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L'emersione di esigenze cognitive all'interno di un procedimento, qual è quello esecutivo, tradizionalmente ritenuto inadatto ad accogliere attività di accertamento rappresenta una problematica con la quale la dottrina e la giurisprudenza hanno sempre dovuto confrontarsi, ma che, in epoca più recente, è stata al centro di un rinnovato interesse, a fronte delle incisive riforme che hanno rimaneggiato la disciplina dell'esecuzione civile. Il libro ha lo scopo di far luce sull'attuale assetto delle relazioni tra tutela esecutiva e tutela dichiarativa nell'ambito dell'espropriazione forzata e di (tentare di) risolvere le delicate questioni che sorgono nelle peculiari ipotesi in cui l'esigenza di cognizione si avverte in ordine all'esistenza, all'entità e al modo di essere dei diritti di credito fatti valere a mezzo del processo esecutivo.